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A cura di Manuela Comaschi
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Fermarsi per riposare
Conduco una vita piuttosto frenetica tra lavoro, famiglia, impegni vari. Anche i fine settimana diventano delle giornate nelle quali il riposo è pressoché assente e quando mi è possibile concedermi qualche ora di relax mi sembra di buttare del tempo. (Margherita, Ancona)
Purtroppo viviamo in un mondo che ci porta a vivere sempre alla massima velocità, dobbiamo essere sempre al meglio della forma, produttivi, competitivi, sempre in linea con le richieste esterne. Ma questo non fa bene alla nostra salute fisica e mentale, crea stress, nervosismo, cattive relazioni sul piano sociale e soprattutto familiare. Prendere una pausa equivale a riposare nel corpo e nello spirito, liberando la mente e permettendo al corpo di rigenerarsi. Anzi rilassandoci e ricaricando le batterie, avremo modo di riprendere al meglio le nostre attività e vivere in maggior armonia con chi ci è accanto. “Riprendersi” quindi le relazioni con Dio, con i parenti, con gli amici, con le nostre passioni sportive o culturali. Il primo riposo che sarà bene cercare è il riposo in Dio, “Il riposo di Dio significa il riposo di coloro che riposano in Dio, come la gioia di una casa significa la gioia di coloro che gioiscono in quella casa”(S. Agostino).
Giovani generazioni sempre più disorientate e sole
Sono un giovane di 20 anni, trasferitomi in città da poco tempo, alle prese con studio universitario, piccoli lavori saltuari e la prospettiva di una futura vita familiare e lavorativa. Non nutro però grosse speranze, anzi molti come me si vedono già battuti ancor prima di cominciare (Daniele, Roma)
In Italia come in molti altri paesi europei e non, le giovani generazioni sono sempre più alle prese con problemi legati all’ansia, alla paura, all’incertezza, al pessimismo, come se intorno vi fossero solo”nuvole nere” che rendono sempre più difficile l’inserimento nella società moderna. Difficoltà nel trovare un posto di lavoro, carenza di sostegni adeguati per coloro che si trovano a vivere per studio o lavoro fuori dalla propria famiglia, redditi sempre più bassi, il crollo delle certezze per il futuro, portano i giovani a compiere tanti sacrifici e a sentirsi demoralizzati ed umiliati. Una cosa però è certa vi è ancora tra i giovani la capacità di sognare e di trovare la giusta sintonia del proprio cuore con il cuore di Dio, che non lascia indietro nessuno. Una forza che può sostenerli, aiutandoli a superare tutti gli ostacoli, da quelli più semplici per la loro età e quelli inaspettati, che mettono più alla prova e affievoliscono la capacità di sperare. Ci viene in aiuto una bella frase di san Nunzio Sulprizio “E’ la luce di Dio la vera guida in ogni frangente della vita. Dio è dentro di noi”.
Famiglia, che gioia e che fatica.
Guardando la Tv, i notiziari, le riviste di attualità sempre più spesso ci si imbatte sul tema dell’educazione dei figli e di quanto sia difficile e pesante essere genitori oggi. Allora, cosa fare per alleviare il sovraccaricato e creare un clima familiare di gioia per grandi e piccini? (Elisa, Bologna)
Ma il tema del tempo libero dei genitori è una questione sempre più sentita. E forse le mamme, quando non c’è una sufficiente condivisione Molte volte ci si sente genitori non all'altezza, imperfetti, che “sfogano” con i figli le loro inadeguatezze. Spesso subentra il senso di colpa e ci si sente sopraffatti e irritati per nulla. Certamente il carico mentale che ci trasciniamo dietro, dovendo ogni giorno ingegnarci tra la vita, il lavoro e le responsabilità della gestione della casa e della famiglia è notevole, specie per le donne. Si tratta di una responsabilità che, idealmente, dura per tutto l’arco della vita e che, durante i primi anni di vita dei propri figli e figlie, assume un peso spesso insostenibile. Spesso questo enorme fardello ci viene allevato dalla rete familiare, fatta da nonni, zii, parenti e amici che possono fare molta differenza. Avere opportunità di svago, di relax, riposare anche solo qualche ora lontano dagli impegni familiari è molto importante per il nostro benessere e per quello di coloro che ci sono intorno. In conclusione essere genitori è un viaggio di bellezza e fatica, una possibilità di crescita e di amore, ancor più bello se percorso sotto la benedizione del Signore, capace, di infondere coraggio e forza anche nei momenti più difficili.
Ascoltare.. quanto è difficile…
Oggigiorno mi accorgo sempre più spesso che manca quasi del tutto la qualità del saper ascoltare, senza dare giudizi ma prestando semplicemente attenzione a chi ci è davanti. (Aldo, Napoli)
Saper ascoltare è piuttosto complesso, poiché richiede prima di tutto un certo grado di attenzione, comprensione, impegno, umiltà ma anche gentilezza, spostando il nostro interesse verso l’altro . Se pensiamo poi, “Ascoltare” è un verbo ricorrente anche nell’Antico Testamento e «Ascolta» è la preghiera-cardine della liturgia ebraica. Inoltre Il Vangelo è ricco di episodi in cui Gesù si fa ascoltare ed è lo stesso Papa Francesco che ci ricorda che «san Francesco d’Assisi ha ascoltato la voce di Dio”. Certamente il saper ascoltare implica tanti atteggiamenti/qualità che la nostra epoca moderna, sempre più presa dall’io, ci rende difficili da attuare. Ascoltare anche chi non ci somiglia, anche chi sostiene posizioni opposte alle nostre è molto difficile. «Ascolta l’altra parte», diceva sant’Agostino. Quindi, se riusciremo a concentrarci e ad aprire la mente ci apriremo sicuramente nuove vie di comprensione e di umanità. Concludendo possiamo infine riflettere sul fatto che anche la fede stessa viene dall’ascolto della parola che entra dentro di noi e ci trasforma, se la sappiamo ascoltare veramente.
Genitori gentili e figli disorientati.
Sono mamma di due figli adolescenti e molto spesso mi chiedo se nel mio cammino genitoriale sto sbagliando qualcosa. O meglio, sono troppo “all’antica nell’educazione dei miei figli? (Anna, Caserta)
Allo stato attuale, il modo di relazionarsi genitori-figli risulta tanto diverso e complicato rispetto ad alcuni decenni fa. La tendenza odierna è quella dei cosidetti “genitori gentili” per i quali l'empatia, il rispetto, la comprensione sono valori che hanno come unico fine quello di evitare i conflitti, rischiando di creare un grande caos. I nostri genitori fino a non molti anni fà se la cavavano con un «no, perché te lo dico io» ,che era il modo più semplice per far capire che il no era un No perché ti voglio bene e voglio il tuo bene.. E’ quel metodo antico, oggi considerato un modo pessimo che dovremmo riprendere e che pur generando tensioni, serve a far crescere in nostri figli. Basterebbe essere «semplicemente» padre e madre e non amici. Perché il compito dei genitori è proprio quello di stare davanti per indicare la via da percorrere e poi farsi da parte affinché siano i figli a camminare da soli, affidandosi al Signore perché ci conduca sempre sulla giusta via e ci dia la possibilità e la forza di condurre anche i nostri figli nel migliore dei modi.
Mondo giovani e fede.
Mi chiamo Ada e sono una catechista ormai da parecchi anni. Guardando ai ragazzi di oggi, vedo sempre più difficoltà nell’avvicinarsi a Dio. Cosa possiamo fare: dobbiamo spingerli a vivere la religione o lasciar perdere ed assuefarci ai cambiamenti dell’oggi? (Ada, Ravenna)
Dai recenti sondaggi riguardo il tema giovani – religione, risulta che i ragazzi di oggi amano molto Papa Francesco per la semplicità del suo linguaggio ma allo stesso tempo fanno fatica a capire il modo di esprimersi della Chiesa, troppo legato a principi e regole; conoscono poco Gesù ma comunque credono in Dio; non vanno quasi mai a messa ma si affidano alla preghiera. E’ quindi deducibile che esiste un dialogo profondo dei nostri ragazzi con Dio, che è molto presente nella loro vita, anche se con una percezione molto personale. Ma Se la Chiesa vuole dare inizio ad un dialogo con le nuove generazioni, deve prima di tutto ascoltare quello che i nostri giovani hanno da dire, senza timore, soffermandosi su quello che veramente li rende distanti dalla fede, attuando se necessario anche piccoli cambiamenti, fortificando anche la figura del sacerdote, determinante nella scelta di rimanere nella comunità così come nel decidere di abbandonarla.
I pilastri della nostra società!
La nostra collettività è sempre più costituita da popolazione anziana. Ma quale il loro ruolo? Cosa rappresentano per noi? (Matilde, Genova)
Oggi in Italia c’è una grande percentuale di persone avanti con l’età, che rappresentano una risorsa certamente da non perdere, anzi da valorizzare per le loro conoscenze, sia in ambito sociale che lavorativo. Ad esempio il volontariato è uno di quei settori che senza gli anziani crollerebbe, così come la cura dei nipoti, oggi più che mai importante. È quindi fondamentale non abbandonarli a loro stessi ma far capire loro l’importanza che essi rivestono nella società, preservandoli, perché senza di loro perderemmo molto. Allo stesso tempo i giovani possono anche loro trasmettere valori e conoscenze, utili a rimanere al passo con i tempi che cambiano, contribuendo a mantenere attivi i rapporti sociali con le giovani generazioni. In conclusione possiamo essere tranquilli perché gli anziani sono un vero e proprio ponte che lega una generazione all’altra. Una vera e propria ricchezza per tutti noi… portatori di cultura, tradizioni e valori che sembrano quasi andati persi.
Luca, Aosta
Carissimi, per me i valori cristiani della famiglia sono molto importanti e mi sono stati insegnati in primo luogo dai miei genitori, dai miei nonni, dai miei zii che hanno contribuito a renderne la mia vita ricca. Ora tutto ciò mi sembra vacillare. ( I valori cristiani della famiglia.)
La famiglia da sempre rappresenta il fondamento della società, con un ruolo centrale e molto significativo nella vita di ogni individuo, offrendo sostegno, protezione, amore. Essa è la cellula base della società. Malgrado ciò, negli ultimi anni, i modelli familiari sembrano essere cambiati notevolmente, perdendo di vista ciò che di importante essa costituisce per la crescita del singolo individuo in tutti i suoi aspetti. I singoli componenti della famiglia sono divenuti, in alcuni casi, come un'isola che si costruisce secondo i propri desideri. La proposta della Chiesa attuale quindi è quella di stimolare le famiglie cristiane, ravvivandone i doni insiti nel nucleo familiare stesso, quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. Allo stesso tempo è importante che i figli crescano respirando “l’ossigeno cristiano della famiglia”, per acquisire essi stessi i giusti valori cristiani. Per questo, è necessario che i genitori vivano la fede cattolica, si accostino ai sacramenti, preghino con i figli in casa, coltivino una corretta vita cattolica.
 
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